Scrittore e giornalista ungherese.
Collaboratore della rivista "Occidente", rimase al di fuori della
vita sociale e politica del suo Paese. Fu autore di opere poetiche di
intonazione crepuscolare (
Libro di canti, 1912;
Ricordo, 1917;
Il mondo, 1921;
Cigno che s'addormenta, 1924;
Parola buona,
1928;
Tutte le poesie, 1938), in cui rievocò con nostalgia episodi
della sua serena infanzia, nonché di racconti e romanzi illustranti
l'ambiente delle classi povere di Pest, degli artisti e dei
bohémiens (
Acacia viola, 1919) (Huszt 1884 - Budapest
1953).